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E come voteranno i figli del sogno europeo? Viaggio attraverso Germania e Italia con Matteo Tacconi e Ignacio Maria Coccia
Redazione
I giovani salveranno l’Europa? È la domanda a cui cerca di rispondere Matteo Tacconi, giornalista, freelance “per scelta”, esperto di Europa centro-orientale e Balcani, nel corso dell’incontro ospitato dal Goethe-Institut sul tema dell’approccio dei giovani alle elezioni europee del maggio prossimo. Leggi tutto
(dal sito del Goethe-Institut)
Sguardi sull’Europa. Quattro fotografi in viaggio
Vernissage: giovedì 21 marzo 2019 ore 18–22
alla presenza della curatrice e dei fotografi.
Alle ore 19 la curatrice Gabi Scardi introdurrà la mostra.
Vernissage: giovedì 21/3/2019, ore 18–22
22/3 – 26/5/2019:
mar–dom, ore 10–20
Piazza di Sant’Egidio 1/B
La mostra espone i lavori fotografici di Jutta Benzenberg, Andrei Liankevich, Livio Senigalliesi e Mila Teshaieva, oltre a video e testi scritti dai fotografi stessi e da giornalisti ed esperti che li hanno accompagnati.
L’esposizione è il risultato finale del progetto del Goethe-Institut Mailand “Nell’ombra – Famiglie in Europa”, per il quale i fotografi hanno compiuto, nell’arco di tutto il 2018, viaggi incrociati in aree specifiche di Albania, Bielorussia, Germania e Italia. I viaggi sono stati documentati dal sito omonimo, in una sorta di diario di bordo.
Il progetto Nell’ombra – Famiglie in Europa è nato nel 2017 dal desiderio di indagare gli effetti che la rapida trasformazione dell’Europa ha sull’individuo e sul nucleo minimo di ogni società, la famiglia. Si è scelto di mettere a fuoco da una parte la situazione di alcune aree europee fino a poco tempo fa produttive e competitive, ma che nel giro di poco tempo si sono ritrovate in una situazione di dismissione e di crisi. Dall’altra zone rimaste tagliate fuori dall’Europa con conseguenze su economia, sviluppo sociale e prospettive per i giovani.
L’indagine è avvenuta attraverso l’occhio dei quattro fotografi professionisti provenienti da diversi paesi di area europea: Jutta Benzenberg per l’Albania, Andrei Liankevich per la Bielorussia, Livio Senigalliesi per l’Italia e Mila Teshaieva per la Germania. Insieme a loro sono state identificate aree specifiche sulle quali concentrarsi per far emergere vissuti altrimenti sottaciuti: le zone rurali e i piccoli centri in Albania, la vasta palude della Polesia in Bielorussia, l’ex bacino industriale della Sassonia-Anhalt nella Germania dell’Est e le miniere carbonifere in dismissione del Sulcis in Sardegna. Ciascuno di loro ha compiuto uno o più viaggi, sia nel proprio paese che in uno di quello degli altri, con un cambio di prospettiva. Così Livio Senigalliesi e Andrei Liankevich sono stati in Sardegna e in Polesia, mentre Mila Teshaieva e Jutta Benzenberg in Albania e Sassonia.
Ogni fotografo è stato accompagnato nel suo lavoro sul campo da un esperto o da un giornalista dotato di un’approfondita conoscenza della zona, che agevolasse l’avvicinamento e il dialogo con gli abitanti di ciascun luogo, nel rispetto di modi, valori e prassi locali.
Con un’età media sui 36 anni, l’Albania è un paese giovane. Un abitante su tre sotto i 24 anni è senza lavoro. Perdura una forte migrazione all’estero e verso i centri urbani. Le fotografe hanno indagato sulle condizioni di vita nelle regioni rurali e nei piccoli centri, soprattutto di giovani e donne. Sono zone spesso tagliate fuori dai processi di trasformazione e in cui vige ancora in parte il codice d’onore delle leggi consuetudinarie – il Kanun – che ostacolano la modernizzazione.
Nelle zone paludose della Polesia, nel sud della Bielorussia, si trovano in alcune zone rurali lungo i fiumi, insediamenti quasi completamente isolati e tagliati fuori dall’influenza delle città e della vita moderna. La loro quotidianità è plasmata dalla natura del luogo e da usanze e rituali risalenti in parte ancora al periodo pagano pre-cristiano. I giovani migrano nelle città e la mancanza di possibilità di sviluppo e di prospettive per il futuro influiscono sulle condizioni di vita.
Per la Germania il viaggio delle fotografe si è diretto verso la Sassonia-Anhalt. Alle ultime elezioni politiche del 2017 un terzo dei cittadini ha votato AfD – Alternativa per la Germania. Questa zona è stata il più importante e attivo bacino industriale della RDT, ma dopo la riunificazione è stato dismesso e non ha beneficiato della cd. “ripresa dell’Est”. Tuttora un alto tasso di disoccupazione e la mancanza di prospettive determinano la vita delle famiglie.
In Italia i fotografi si sono concentrati sulla regione mineraria del Sulcis in Sardegna e sul delicato processo di chiusura delle miniere. Per secoli le miniere hanno determinato la vita delle famiglie. Le ultime speranze dei minatori di oggi e dei sindacati sono riposte negli aiuti dell’Unione Europea, tramite, ad esempio, lo sviluppo e il finanziamento di strategie di riqualificazione. I minatori si sentono profondamente delusi e lottano per la sopravvivenza propria e delle loro famiglie.
(dal sito del Goethe-Institut)
Venerdì 15 marzo 2019, ore 16:30 – 19:30
Via Guido Reni, 4/a
Giornata di Studio
In occasione del suo centenario, due speciali appuntamenti per rendere omaggio alla nascita della celebre scuola del Bauhaus, che dal 1919 diventò pietra angolare per tutti i movimenti d’innovazione nel campo del design e dell’architettura.
ORE 16:30
Proiezione del documentario Bauhaus – Model and myth
Regia di Niels Bolbrinker & Kerstin Sutterheim
2010, 104 min., versione originale in lingua tedesca con sottotitoli in inglese
In collaborazione con il Goethe-Institut Rom
Il film restituisce un’immagine unica del Bauhaus, istituzione simbolo del Modernismo, attraverso le testimonianze dirette degli ex studenti e una selezione dei materiali d’archivio che ripropongono le parole dei loro maestri. Bauhaus – Model and myth è un resoconto critico degli obiettivi artistici e politici del Bauhaus, forse il più esaustivo che sia mai stato reso in un film. Un racconto in cui viene restituito un punto di vista interno e inedito sull’essenza dei principi del Bauhaus, i conflitti che portarono allo spostamento della sede da Weimar a Dessau, la chiusura della scuola durante l’era nazista, l’attività di costruzione nel giovane stato d’Israele fino ad arrivare all’emergere del “mito del Bauhaus” negli Stati Uniti.
Lectio Magistralis di Barry Bergdoll
Curatore della mostra Bauhaus 1919–1933: Workshops for Modernity, tenutasi nel 2009 al MoMA, sarà protagonista di una lezione per capire la storia e il significato di quella scuola.
Inaugurata a Weimar sotto la direzione di Walter Gropius, la Bauhaus rappresentava l’anima più industrialista e socialmente consapevole del Modernismo, in opposizione alla versione plastica e mediterranea che ne dava Le Corbusier. La Bauhaus ebbe tra i suoi docenti (e studenti) alcuni tra i più grandi artisti dell’epoca: da Klee a Moholy-Nagy, da Schlemmer a Kandinsky, da Peter Oud a Mies van der Rohe. Obiettivo di Gropius era la sintesi tra la produzione in serie e l’aura dell’opera singola, da raggiungere tramite l’impiego delle nuove tecnologie e delle conoscenze inedite nel campo delle scienze psicologiche e sociali.
In collaborazione con Maxxi – Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Articolo di M. Rodgers
Il 9 dicembre scorso, presso il Goethe-Institut di Roma si è tenuto l’evento finale del Festival Creature 2018, organizzato da Open House Roma in collaborazione con il Goethe-Institut e la TWM Factory. L’evento, promosso da Roma Capitale e SIAE, riconosce le realtà creative che rigenerano uno spazio di città. Leggi tutto
Western, di Valeska Griesbach, al Goethe-Institut
(Dal sito del Goethe-Institut)
<<Germania 2015-2017, 121 min.
Con Meinhard Neumann, Reinhardt Wetrek, Syuleyman Alilov Letifov, Veneta Frangova, Vyara Borisova
In una regione isolata della Bulgaria un gruppo di tedeschi sta lavorando alla costruzione di una centrale idroelettrica. Anche se i rapporti con gli abitanti del paese lì vicino sono complicati – in parte anche per le barriere linguistiche all’inizio difficili da superare – Meinhard riesce a fare amicizia con la gente del posto. Il collega Vincent, al contrario, segue i tentativi di avvicinamento con diffidenza gelosa. Con Western Valeska Grisebach racconta di lavoratori in un Paese straniero a partire da premesse opposte a quelle solite: qui sono i tedeschi ad essere gli stranieri e il superamento delle barriere non è per loro più semplice di quanto non lo sia per i colleghi che dall’estero arrivano in Germania.>>
Giovedì 21 febbraio 2019 – doppia proiezione, ore 19 e ore 21
SALA CONFERENZE DEL GOETHE-INSTITUT ROM
Via Savoia, 15
Fino al 16 febbraio la mostra “Libri Per Bambini Con Il Culto Dell’Immagine” al Pastificio Cerere.
Articolo di Francesca Messineo
Una fotocopia può essere considerata un’opera d’arte? Con questa domanda si apre la mostra “Libri Per Bambini Con Il Culto Dell’Immagine” presso la Fondazione Pastificio Cerere. Leggi tutto
Fino al 16 febbraio la Fondazione Pastificio Cerere presenta la mostra di editoria fotografica per l’infanzia ad ingresso gratuito. Quartiere San Lorenzo, via degli Ausoni 7.
Articolo e foto di Erica Iacobelli
La Fondazione nasce nel 2004 con l’intento di divulgare l’arte contemporanea. Sceglie come sede il Pastificio Cerere, ex fabbrica di pasta dal 1905, che già dagli anni Settanta era divenuta spazio creativo e di promozione dell’arte. Leggi tutto