Romani e Romeni: come si costruisce un dialogo tra culture

Incontro Matei al Café della Gnam, proprio di fronte alla sede dell’Accademia di Romania. La settimana successiva al nostro incontro ci saranno le elezioni e l’Accademia, che svolge anche funzioni diplomatiche, deve essere pronta a garantire il voto alla comunità di romeni che abitano a Roma.

Articolo e foto di Davide Iannotta

“E’ una bella sfida organizzativa – spiega Matei – Nell’hinterland romano sono ufficialmente residenti meno di mille romeni, ma il numero è chiaramente più alto. In tutto il Lazio dovrebbero essere oltre 230mila”.

Ho contattato Matei Stoenescu, traduttore e parte dello staff dell’Accademia di Romania a Roma, per farmi un’idea di come scrivere il primo articolo di Kalamon dedicato al rapporto tra gli Istituti di cultura esteri presenti nella Capitale e le comunità che rappresentano. Già al telefono Matei mi ha ricordato un punto essenziale: “La nostra attività è dedicata ai romani. Non so come riuscirai a parlare della comunità romena”.

Appena arrivati al Café, però, mi spiega di aver avuto un’intuizione: “È vero che ci rivolgiamo ai romani, ma in effetti, il nostro è un lavoro di mediazione che coinvolge anche la nostra comunità”. Capisco che abbiamo avuto la stessa idea: abito a Roma da quando sono nato e nel mio quartiere (in zona Nord Ovest) conosco molte persone di origine romena; tuttavia quando ho scoperto dell’esistenza dell’Accademia di Romania mi sono stupito della quantità di eventi, incontri, mostre, concerti che organizza e del livello dell’offerta culturale.

I romeni che conosco sono principalmente immigrati economici (muratori, idraulici, camerieri, piccoli commercianti) e il pregiudizio che molti romani possono avere a proposito della comunità romena mi aveva portato a escludere implicitamente l’esistenza di una rappresentanza della cultura elevata in collegamento diretto con la Romania e con Roma. “Pensandoci su, ho capito che questo è il cuore della nostra attività di mediazione – mi spiega Matei – Prima di venire qui al Café mi sono confrontato con la vicedirettrice dell’Accademia, Oana Boșca-Mălin, per capire come spiegarti la questione. Il destinatario del nostro messaggio è chiaramente il pubblico italiano, ma i beneficiari della nostra attività di promozione culturale sono innanzitutto la comunità romena in Italia, e i romeni di Romania, perché solo attraverso lo scambio culturale e un adeguato lavoro di mediazione culturale ci si può conoscere – conclude Matei – Ecco ‘conoscere’ è senza dubbio il termine più corretto”.

Le attività dell’Accademia di Romania

L’Accademia di Romania è una scuola di alta formazione e una rappresentanza estera dell’Istituto culturale romeno. Organizza corsi di lingua cui si accede con un contributo economico, che è decisamente più basso di quello che in genere costa un costo di lingua a Roma. Il programma culturale è particolarmente ricco grazie agli incontri letterari (come i “mercoledì letterari”), alle presentazioni di libri e comprende concerti e rappresentazioni teatrali, sia all’interno dell’Accademia che in spazi esterni affiliati. L’edificio dispone anche di una galleria d’arte, cui si accede tramite un ingresso da via delle Belle Arti, che ospita continuamente opere di artisti romeni contemporanei sia emergenti che già affermati sul palcoscenico internazionale. A cavallo tra primavera ed estate, imperdibile l’appuntamento con Spazi Aperti è l’occasione in cui l’Accademia invita i borsisti degli altri Istituti esteri di Roma per creare installazioni site specific in tutti gli ambienti dell’edificio romeno, da quelli più istituzionali (come la galleria o la sala convegni) fino a quelli più intimi e conviviali (come gli scantinati, la lavanderia o la sala hobby), in un dialogo culturale cui possono partecipare tutti i cittadini della Capitale.

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